LARGO D'ARIANIELLO di Stefano Laboragine - labo'



Il pittore che assume a simbolo e metro della sua visione il tempo è l'uomo che soffrendo si vendica della vita quando prende la vita stessa sotto la sua protezione. Il pittore che rimane nella contemplazione dello spazio è l'uomo che chiede ancora pietà alla vita e, temendo il dolore, accetta di esserne in qualche modo protetto. Se l'incessante ritorno dell'identico è il modo di vincere il tempo come passività, di vendicarsi vittoriosamente del passato, della inerzia mortale che si accumula attorno a noi e in noi, la ripetizione modificata dell'identico rappresenta l'intimità con il tempo. Il tempo divenuto calore vivo. E' l'ingranata modificazione del ripetersi che stabilisce una direzione, l'orizzonte vitale di un approssimarsi, i gradi di una successiva rivelazione di quell'assoluto che riferito al tempo viene chiamato eternità.
Le cose si ripetono, ritornano a te per essere liberate da te, questa volta finalmente sciogliersi da te sciogliendo te, liberare te liberandosi, tornare a te simili a te.
 Le cose si ripetono, ritornano per essere salvate da te, insieme a te volgersi verso la direzione della salvezza.

Nessun commento:

Posta un commento