Vivere e dipingere è la stessa cosa. Dipingere vuol dire fare dei quadri. Un quadro è un'espressione. Un quadro è una cosa già detta. Io esisto prima, il quadro viene dopo. Dipingo il quadro per sapere quello che sono. Faccio i quadri senza sapere chi sta dipingendo. Sono io che sono sempre uguale. Ho stabilito di accettare quello che sono: il mio quadro assomigliandomi sarà quello che può essere. Le impronte non sono l'unica realtà. La mia vita non si risolve soltanto nel fare il quadro. Ma il quadro è la mia vita. L'automatismo è un metodo. Dentro il mio metodo ho un modo consapevolmente automatico nel senso di una imprevedibilità. Automatismo dentro il metodo. Necessità. Una necessità assunta nella coscienza diventa legge. L'automatismo non è una cosa che si rinnova ogni giorno. Il mio automatismo mi ha portato a credere nella successione delle impronte. Automaticamente stessi legami, stessa forma di esistenza. L'automatismo è la forma migliore di costrizione. La libertà non è nell'automatismo ma nella ragione che si libera dall'automatismo. Per questo dico che l'automatismo è solo un metodo.
So che assomiglio a quello che ero e sono, so di uscire da me stesso nella relazione. Tentativo di mettersi in relazione. Posso agire automaticamente solo dentro la regola. La regola che uno si sceglie coincide con la propria libertà (liberazione).
condivido del tutto quanto dici.
RispondiEliminalo applico fuori dal dipingere, in quanto dipingere per me è più un gioco, un gesto sereno, ma sono colpito dall'affinità del tuo sentire al mio per quanto riguarda la libertà nell'essere e vivere la ferrea regola che ci si è imposti: l'unico modo di essere liberi nel seguire volontariamente la propria scelta.
letterariamente, altri direbbero, hanno detto, metter sulla propria strada le trappole le gabbie e poi finirci dentro stupiti e volontariamente, o al contrario essere liberi nel seguire l'unico sentiero possibile e obbligato, scegliere la servitù alla propria libertà...
io non arrivo a tanto, mi piacciono le contraddizioni, ma mi è piaciuto ugualmente molto leggere quanto hai scritto.
ciao!
Marco,apprezzo sempre molto i tuoi commenti e ti ringrazio per il contenuto; sono anc'io convinto delle affinità che tracciano il sotterraneo che in qualche misura ci tiene uniti nella dimensione di "artisti". Libertà! grazie
RispondiEliminaCompagno mio e fratello. Vedi che parli con il cuore in mano e grondante di indulgenza. Fosse come tu dici, non riceverei un giorno sì e l'altro pure, lettere dagli editori che - con la stessa e solita motivazione: "crisi dell'editoria, spiacenti ma le sue poesie non rientrano nelle nuove strategie della nostra casa editrice" - rifiutano il manoscritto e lo cestinano. Lunedì, per dire, nel mio giorno compiuto, è stata la volta della Salani.
RispondiEliminaMi sa che resteranno, e non che mi dispiaccia, per altro tempo (molto tempo) versi scritti su fogli piegati e nascosti nelle tasche dei jeans, da leggere a te e sussurrare prima del sonno a Isa.
Piuttosto, parliamo di cose serie: come va la tua nuova produzione?