GIORNI di Stefano Laboragine - labo'

Vivere e dipingere è la stessa cosa. Dipingere vuol dire fare dei quadri. Un quadro è un'espressione. Un quadro è una cosa già detta. Io esisto prima, il quadro viene dopo. Dipingo il quadro per sapere quello che sono. Faccio i quadri senza sapere chi sta dipingendo. Sono io che sono sempre uguale. Ho stabilito di accettare quello che sono: il mio quadro assomigliandomi sarà quello che può essere. Le impronte non sono l'unica realtà. La mia vita non si risolve soltanto nel fare il quadro. Ma il quadro è la mia vita. L'automatismo è un metodo. Dentro il mio metodo ho un modo consapevolmente automatico nel senso di una imprevedibilità. Automatismo dentro il metodo. Necessità. Una necessità assunta nella coscienza diventa legge. L'automatismo non è una cosa che si rinnova ogni giorno. Il mio automatismo mi ha portato a credere nella successione delle impronte. Automaticamente stessi legami, stessa forma di esistenza. L'automatismo è la forma migliore di costrizione. La libertà non è nell'automatismo ma nella ragione che si libera dall'automatismo. Per questo dico che l'automatismo è solo un metodo.
So che assomiglio a quello che ero e sono, so di uscire da me stesso nella relazione. Tentativo di mettersi in relazione. Posso agire automaticamente solo dentro la regola. La regola che uno si sceglie coincide con la propria libertà (liberazione).

3 commenti:

  1. condivido del tutto quanto dici.

    lo applico fuori dal dipingere, in quanto dipingere per me è più un gioco, un gesto sereno, ma sono colpito dall'affinità del tuo sentire al mio per quanto riguarda la libertà nell'essere e vivere la ferrea regola che ci si è imposti: l'unico modo di essere liberi nel seguire volontariamente la propria scelta.

    letterariamente, altri direbbero, hanno detto, metter sulla propria strada le trappole le gabbie e poi finirci dentro stupiti e volontariamente, o al contrario essere liberi nel seguire l'unico sentiero possibile e obbligato, scegliere la servitù alla propria libertà...

    io non arrivo a tanto, mi piacciono le contraddizioni, ma mi è piaciuto ugualmente molto leggere quanto hai scritto.

    ciao!

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  2. Marco,apprezzo sempre molto i tuoi commenti e ti ringrazio per il contenuto; sono anc'io convinto delle affinità che tracciano il sotterraneo che in qualche misura ci tiene uniti nella dimensione di "artisti". Libertà! grazie

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  3. Compagno mio e fratello. Vedi che parli con il cuore in mano e grondante di indulgenza. Fosse come tu dici, non riceverei un giorno sì e l'altro pure, lettere dagli editori che - con la stessa e solita motivazione: "crisi dell'editoria, spiacenti ma le sue poesie non rientrano nelle nuove strategie della nostra casa editrice" - rifiutano il manoscritto e lo cestinano. Lunedì, per dire, nel mio giorno compiuto, è stata la volta della Salani.
    Mi sa che resteranno, e non che mi dispiaccia, per altro tempo (molto tempo) versi scritti su fogli piegati e nascosti nelle tasche dei jeans, da leggere a te e sussurrare prima del sonno a Isa.

    Piuttosto, parliamo di cose serie: come va la tua nuova produzione?

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