da "APPUNTI DI UN AUTODIDATTA" - di Stefano Laboragine. MEDITANDO SUL SEGNO DELLA PITTURA E DELLA SCULTURA


(AI LIMITI DELLE PROPRIE FORZE).
Dato che: pesi di linguaggi, sistemi verbali, opere scritte, dipinti appesi, soluzioni che restano tra l'idea e le sospensioni; e tutto ciò che bagaglio conosciuto per i posteri enciclopedici o museografici o tutto ciò che bruciato sotterrato pensato e non eseguito, intercorre nello spazio fisico e mentale da quando: l'opera monumentale per necessità si è datata fa sì che il discorrere in maniera armonica intellettuale od operistica formula la grande esercitazione da palestra e foglio (forse) agli esrcizi in corso.

1 commento:

  1. Questa tua nuova è fantastica: le nodosità delle mani sono disperate e le falangette della mano sinistra che sembrano cercar di artigliare l'aria come se l'aria desse sopravvivenza...
    Tutti i tuoi lavori mi sembrano sempre molto estremi nelle loro espressioni: sono così, si impongono senza mezzi termini, o di eleganza monolitica (Job Lunch) o di essenziale vergatura come questo,
    dove invece i tuoi disegni sembrano tutt'un'altra cosa, dei piccoli rivolgimenti o dei sogni, delle considerazioni molto intime, magari ancora in nuce, dalle forme nervosamente mutevoli. è curioso, quando proprio tu mi facevi notare gli ossimori :)

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